Uno sguardo ai servizi cloud offerti da DigitalOcean

vps Perchè una VPS? La risposta è semplice. Di dispositivi che facciano da server a casa ne ho parecchi: QNAP, RaspberryPI (seppure nel suo piccolo può fare tante cose) ed anche un server dedicato. Il problema di fondo resta sempre la connettività. Non mi faccio niente di un server quad-socket hexa-core se poi la connettività è una misera ADSL con 40KB/s in upload con IP dinamico. O per lo meno non me ne faccio niente se devo erogare dei servizi internet. Io personalmente non direi di no ad un quad socket hexa-core. 😀

Ho cominciato quindi a guardarmi intorno per decidere cosa prendere. Sinceramente il primo sguardo lo ho dato ai server dedicati OVH Kimsufi, costo 3€ mese, non disponibili tuttavia.

Sono quindi passato alle VPS. Dato che ero interessato alle offerte Amazon AWS ci ho buttato un occhio. Amazon offre sicuramente un servizio di tipo enterprise ma personalmente trovo che i loro listini orari siano un po' assurdi, soprattutto per un utilizzo personale. Ci manca poco e mi fanno pagare pure i metri cubi d'aria che respiro. 🙁

Linode mi sembrava interessante ma parte da un listino troppo alto: 20$ mese. Decisamente troppo per quel poco che devo fare. Lo stesso vale per RamNode, con un prezzo di 12$/mese per 512MB e 10GB di SSD. Interessante notare che molti provider mettono a disposizione storage SSD al posto di HD meccanici.

Alla fine tra le VPS di OVH e Digital Ocean, quest'ultima ha vinto. E non la ho scelta sicuramente per via dell'incessante pubblicità su YouTube. 😀

Ad un costo di 5$/mese queste VPS sono sicuramente interessanti. Le distro disponibili sono rigorosamente Linux e possiamo trovare: CentOS, Fedora, Ubuntu, Debian o ArchLinux. Ognuna disponibile in più versioni e architettura. Il piano base da 5 dollari al mese mette a disposizione 1 CPU core. Non sono specificate le caratteristiche tecniche, tuttavia nelle FAQ, Digital Ocean afferma che i propri server sono basati su CPU Intel hex-core con frequenze tra i 2 e 3 GHz. Se siete dei maniaci delle performance potete acquistare 10 VPS, testare le performance di ognuna e mantenere solo la migliore. 😀

Lo storage è affidato ad un SSD da 20GB e la banda disponibile è di 1TB al mese, un eventuale eccesso costerà 0.02 cent al GB. La VPS può essere relocata in uno dei 3 datacenter attualmente disponibili: New York, San Francisco, Amsterdam.

Sto utilizzando i loro servizi da circa due mesetti e non ho riscontato nessun problema critico e devo dire che sono particolarmente soddisfatto.

Partiamo dal presupposto che Digital Ocean vende IAAS e che il termine "droplet" corrisponde in tutto e per tutto a virtual machine. Terminala la registrazione ci troveremo di fronte al pannello amministrativo che a differenza di quello di molto cloud service provider è estremamente semplice e lineare. Tramite il pulsante "Create" potremmo andare a creare le nostre droplets. Per motivi di sicurezza esiste un limite delle droplets che potremmo andare a creare, questo valore è disponile al menù "Settings". Per aumentarlo basta fare una semplice richiesta tramite il sistema dei ticket. La procedura di creazione è estremamente semplice, scegliamo: nome della droplet, tier, datastore location e sistema operativo su cui vogliamo lavorare. Come detto in precedenza troveremo le distro Linux più famose. Oltre a queste avremmo la possibilità di far partire droplets utilizzando snapshot o backup effettuati in precedenza o utilizzare immagini già preconfigurate. Un po' come avviene con le AMI di Amazon. Il deployment impiegherà solo pochi secondi e una volta terminato le credenziali per il login: indirizzo IP, username e password verranno inviate tramite email. Queste sono le credenziali per accedere tramite SSH alla macchina. A differenza di Amazon la password viene inviata in chiamo e non cifrata tramite una chiave.

Un aspetto negativo è l'impossibilità di modificare il kernel delle varie distribuzioni. In alcune tipo ArchLinux con vari maghetti quest'operazione è possibile. Le immagini del kernel non risiedono all'interno della nostra droplet ma in uno storage condiviso. Probabilmente questo viene fatto per motivi di management. La versione del kernel da utilizzare è tuttavia selezionabile nelle impostazioni della vm. E' sicuramente un punto a sfavore, ma nella maggior parte dei casi questo non porta a nessun disagio.

Ovviamente è disponibile un servizio di backup e di snapshot delle droplets. Entrambi hanno un costo aggiuntivo rispetto al piano scelto. Il backup ha un costo che corrisponde al 20% del totale. Su una droplet da 5$ il costo è di 1$, e così via. Le snapshot invece hanno un costo al GB. Ed è precisamente di 0.02$ al GB. Da notare che quest'ultime non possono essere fatte a caldo, è necessario prima spegnere la macchina. Vi ricordo che backup e snapshot non sono la stessa cosa. Per ulteriori informazioni potete consultare questa pagina.

Una funzione della quale sono particolarmente felice è la presenza di una console VNC. E' la prima volta che vedo un'implementazione di questo tipo. Normalmente l'accesso alla droplet viene effettuato tramite SSH. Nel caso in cui vi tagliaste fuori, ad esempio a causa di un firewall configurato male o regole d'accesso errate, non dovrete ripristinare l'intera droplet. Vi basterà entrare nel pannello di amministrazione e accedervi tramite VNC. La sessione VNC non necessità dell'installazione di nessun plugin, il tutto è HTML5 based. Ovviamente è necessario un browser moderno. VNC master race 😀

Ogni droplet mette a disposizione dei grafici sulle prestazioni molto sintetici. Non sperate di vedere dettagli al pari a nagios. Anzi diciamo che sono 3 grafici in croce. Ci danno però un'idea generale di come stanno andando le cose.

Da qualche settimana è stato introdotta la funzionalità di Private Network, attualmente disponibile solo nei datacenter di New York. Questa ci permette di collegare ad una rete privata più droplets, si potranno quindi realizzare dei piccoli cluster.

L'upgrade ad un tier superiore è supportato. Si può quindi facilmente passare da una droplet da 5$ al mese ad una da 10$ ottenendo un boost prestazionale, nel caso fosse necessario. L'unico problema rimane lo storage. Lo storage, penso per qualche difficoltà tecnica nel partizionamento non passa al tier superiore. Questo significa che se consideriamo l'esempio appena fatto, passando da una macchina da 5$ a 10$ avremmo sempre a disposizione 20GB e non 30GB. E' però possibile spegnere la macchina, fare una snapshot e creare una nuova macchina più performante ripristinando la snap.

Allo stato attuale Digital Ocean non mette a disposizione l'acquisto di nuovi domini, bisogna quindi rivolgersi a qualcun'altro per portar a termine questo lavoro. Registrandosi però potremmo utilizzare i loro name server, questo ci permetterà di gestire i DNS direttamente dal pannello amministrativo di Digital Ocean e non più da quello del provider che offre il dominio web.

 

Una degli aspetti che più mi piace di Digital Ocean è la loro politica di condivisione sul know-how. E non occorre  nemmeno essere registrati per poterne usufruire, è disponibile per tutti a questo indirizzo. Mentre i feed RSS sono disponibili a questo indirizzo. Quest'ultimo metodo è sicuramente il migliore per accedere all'interno knowledge base.

Da quello che ho letto online anche il supporto dovrebbe essere ottimo, non parlo per esperienza personale perchè fin'ora non ho mai avuto la necessità di chiedere supporto. Ad  ogni modo le comunicazioni avvengono tutte tramite ticket system, che di fatto è uno standard del settore.

 

Tirando le somme posso dire di essere soddisfatto dei servizi offerti da Digital Ocean. Per un utilizzo personale questo cloud service provider è sicuramente l'ideale,  il rapporto qualità/prezzo è ottimo. Anche le piccole-media aziende potranno apprezzare i servizi offerti.

 

Se siete interessati a registrarvi potete utilizzare il mio referral code. 😉